venerdì 20 giugno 2008

Un inno alla libertà e un piccolo indovinello

Cari amici,

da Freeman ci si può sempre aspettare di tutto. Intanto posso comunicare in anteprima che ho deciso di postare il primo capito del mio libro :-) Una cosa di certo molto strana ma credo che potrebbe interessare a qualcuno di voi... Domani raccongerò in un post la trama e da lunedi inizierò a postare il primo capitolo, piano piano. Se qualcuno di voi, cari amici, fosse interessato a scoprire altro della storia, sarò felicissimo di inviare la restante parte via mail. Scoprirete quanto il mio libro sia strettamente legato a questo blog.

Dico questo solo per dimostrare la mia sensibilità, diventata nel tempo passione nello scrivere, nel cantare, sempre nel tentativo di trasferire emozioni. Grazie ad internet poi è arrivata questa straordinaria possibilità di entrare in diretto contatto con tutti voi. Insomma per una persona come me una sorta di Eden mediatico che non voglio lasciar sfuggire.

Vi scrivo anche per informarvi che sto per iniziare la visione di un film che credo farà nascere in me una nuova irrefrenabile voglia di trasferirvi le emozioni suscitate.

Io non so quanti di voi lo abbiano già visto, ma di certo è stata una di quelle storie che ha commosso tante persone in tutto il mondo. Il regista è molto famoso. Si tratta di Sean Penn, eclettico ragazzo in parte americano, in parte italiano e in parte IRLANDESE! La mia magica Irlanda compisce ancora.

Ed ecco quindi un piccolo indovinello che Freeman propone a tutti coloro che riusciranno a leggere questo post prima del successivo, in cui svelerò il piccolo segreto. La trama del film (per aiutarvi) è molto intensa e di certo rispecchia quello che ci raccontiamo qui tutti insieme. Eccola quindi...

Da www.mymovies.it

"Pura celebrazione della libertà e della ricerca della libertà, la pellicola racconta la vera storia di Christopher McCandless, un giovane benestante che rinuncia a tutte le sue sicurezze materiali per immergersi all'interno della natura selvaggia. Il forte trasformismo di Emile Hirsh facilita per lo spettatore un'istantanea immedesimazione in una figura tormentata che non viene dipinta né come giovane avventuriero né come idealista ingenuo. La maestria con cui Penn miscela tematiche così diverse e complesse è unica. Il fascino della selvatichezza dell'ambiente, le difficoltà dei legami di sangue, l'individualismo contro il bisogno di amore e le contraddizioni dell'idealismo nelle sue spinte critiche ma anche arroganti.
Il film ha una valenza politica nonostante questo non sia l'intento di base. Alle volte, si trasforma in un vero e proprio atto di fede il cui credo fugge da tutto ciò che è religioso in senso stretto per trovare sfogo in una dimensione che è solo e unicamente personale. Tutti le persone che Chris incontrerà lungo il suo peregrinare oltre a colmare un vuoto familiare, fonte di profonde sofferenze, amplificano l'idea di un percorso a stadi funzionale a liberarsi da qualsiasi dipendenza da ogni tipo di comfort e privilegio. L'acquisizione della saggezza avviene quasi per osmosi attaverso la spontaneità e la profondità degli incontri fatti.
Ancora più maturo e disinvolto nel lavoro registico, Penn gioca di forti contrasti nell'alternare gli ampi spazi dei diversi paesaggi mostrati al costante senso di vuoto del ragazzo che risulta essere una pura estensione dell'enormità della natura. "

Chi ha capito? E' facile... Anche l'immagine che ho scelto per questo post dovrebbe aiutare...

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