All'inizio dell'anno il mio Maestro Daisaku Ikeda mi chiedeva...
....usiamo ogni giornata per un “progresso dinamico” e una “vittoria completa”!
A mezzanotte ero al Kaikan, insieme con la mia fantastica compagna, a recitare un daimoku vigoroso e felice. Appena entrati nel
nuovo anno ci è stato letto il messaggio di Sensei. Era tutto straordinario e chiaro, come al solito, ma non riuscivo a comprendere il vero senso del termine "vittoria completa".
Avevo grandi obiettivi per il 2010. Tra questi troneggiava il desiderio di risolvere i miei problemi di salute, primo fra tutti quello alla vescica (a gennaio pensavo ancora che il problema fosse lì. Non potevo immaginare che il mio viaggio sarebbe stato molto impervio e lungo).
A febbraio ho avuto la mia prima colica renale. Mi sono svegliato dal letto senza respiro. Avendo problemi (intestinali) allo fianco ho temuto il peggio. Una corsa in ospedale mi ha fatto scoprire, invece, di avere un calcolo al rene (destro). Ecco quindi spiegati i numerosi fastidi avuti per tutti i tanti mesi passati..... si iniziava ad intravvedere una luce... finalmente. Ecco che un dolore (tra i più brutti, insieme con il parto) si trasformava in una straordinaria occasione di guarigione.
Da lì i passi sono stati molti,
anzi moltissimi. Ecografie, urografie, tanti, tanti, tanti esami del sangue e poi coliche su coliche. Ho iniziato a conoscere il mio corpo grazie alla sofferenza, incontrare tante persone seriamente ammalate e incoraggiarle e poi vincere, vincere, vincere. Sì, infatti ho collezionato una serie infinita di incredibili successi! Come quella volta in cui ho ottenuto un codice verde (urgenza) grazie ad una coincidenza asso
lutamente inspiegabile (il mio medico, che non me l'avrebbe mai data, era fuori sede e il nuovo che lo sostituiva si è fidato di me senza voler vedere nessun esame), o come il mio viaggio a Trets, proprio pochi giorni prima dell'ultima colica, la più tremenda.
Proprio dopo Trets (grazie ancora ai miei compagni di viaggio e al mio Maestro) Il calcolo è sceso fino a conficcarsi in un punto
estremamente impervio (nell'uretra). Da lì sarebbe dovuto uscire facilmente... e invece..... tutti i medici si stupiscono ancora che nonostante i litri e litri di acqua ingurgitati, i medicinali, ecc. il mio amico non ne volesse proprio sapere di lasciarmi. L'ultima vittoria tardava a manifestarsi.
E' stato qualche ora fa che ho capito, però, di aver assolutamente sbagliato la lettura del termine vittoria. Pensavo che ci
ò significasse sconfiggere il mio calcolo, salvare il rene, vincere, appunto, sulla "malattia". E invece no, almeno non solo. La fine del viaggio mi ha aperto gli occhi...
Esattamente venti anni fa ero a venuto a conoscenza di un intervento "ai danni" di un caro parente. Era stato necessario entrare in vescica passando per l'uretra, usando un arnese che nella mia mente aveva assunto le vesti più tremende. Avevo detto a me stesso e ai miei genitori: "Non farò mai un inte
rvento simile".
Il mio calcolo è stato dolorosissimo e ha influito sulla mia vita sociale (andavo in bagno ogni ora - quando andava bene - e quindi cinema, riunioni, viaggi diventavano per me esperienze da incubo). Nell'ultimo periodo, mi rendeva difficile persino sedere, almeno essendo disposto a provare fitte terribili. Quell'int
ervento tanto temuto, diventava l'unica "via d'uscita". Eccomi allora a fare di tutto per trovare un bravo medico, che mi operasse subito. Ed ecco che ASSOLUTAMENTE GRATUITAMENTE (mi è stato inizialmente chiesto, dallo stesso medico, un contributo prima di 10000 euro e poi, trattando, di oltre 2000...) sono stato operato esattamente nel modo che mi ero ripromesso di rifuggire (cistoscopia, litotrissia e asportazione del calcolo).
La mia vittoria completa stava proprio lì, nel vincere la mia paura più grande! Il calcolo è stato solo un compagno necessario per farmi fare questo passo, che mai avrei fatto senza le sue continue "spinte". E poi è grazi
e a lui se ho superato tante sfide, se ho dimostrato di riuscire comunque, pur con qualche difficoltà, a fare ciò che mi sono prefissato di fare in questo anno e mezzo (è da tanto che soffrivo...). E poi, ancora, è per merito suo se ho scoperto di avere un corpo, ho conosciuto la sofferenza (in modo alleggerito) e ho compreso moltissimi segreti nascosti nella mia vita.
Il post intervento è stato dolorissimo, è vero. Ancora adesso, a distanza di qualche giorno, continuo a sanguinare.... Il catere poi, meglio non parlarne.... sono stato immobile nel letto d'ospedale per 14 ore.... ogni singolo tremore di un piede mi provocava fitte inimmaginabili. Sono andato avanti tutta una notte a furia di antidolorifici (4 flebo e svariate punture) e ghiaccio sulle parti basse.
.. La vittoria completa stava però proprio nella capacità di affrontare con coraggio tutto questo.
In stanza era presente un signore malmesso e taciturno. A mezzanotte, ho trovato la forza di presentarmi e di incoraggiarlo, p
ur nelle mie difficili condizioni. Anche questo mi è servito a mettere alla prova la mia fede e il mio altruismo.
Questa nota l'ho decisa proprio disteso sul mio letto d'ospedale, per regalare a tutti voi una testimonianza quanto più concreta possibile della mia personalissima "vittoria completa". Questo racconto potrebbe, forse, fornirvi qualche utile suggerimento non tanto a superare le vostre difficoltà (ognuno ha le proprie peripezie), quanto a scorgere dietro ai vostri problemi il vero messaggio che il vostro c
orpo o il vostro ambiente cercano disperatamente di darvi. Imparando ad affrontare così la vita, forse, tutto ci apparirà più sensato e forse ancora ci divertiremo ad affrontare tutte, e sottolineo tutte, le fasi specialissime della nostra insostituibile e straordinaria esistenza.
GRAZIE!