sabato 12 luglio 2008

L'importanza dell'Addio, ma...

Ciao Amici,

Affronto oggi un tema già toccato ai primordi di questo Blog: l’addio, o meglio, il coraggio dell’addio. Non è facile, certo, decidere di mollare tutto e andare lontano. I motivi di questa paura risiedono nella umana difficoltà di lasciare qualcosa che, nel bene o nel male, accompagna la nostra esistenza, ci mantiene vivi, ci porta ad aprire e a chiudere gli occhi ogni giorno. Il nostro presente fa parte di noi e ne scandisce il tempo.

Esistono però dei momenti, brevi o lunghissimi, in cui quella stessa realtà che ci circonda non è più nostra, ci è lontana, estranea. E allora che occorre trovare il coraggio dell’addio.

Il pensiero di Freeman di oggi è che non è detto che quello sia un reale addio, ma così deve essere da noi vissuto. Per spiegarmi meglio, quando sentiamo di dover affrontare questo viaggio fuori e dentro di noi, occorre acquistare un biglietto di sola andata, non pensare al ritorno, iniziare questo nuovo percorso avendo il freddo coraggio di non voltarsi indietro.

Ricordo che per un certo periodo ho incontrato una persona con la quale confidarmi, uno di quegli specialisti che a volte occorre incontrare (ritengo) quando ci sembra di parlare un’altra lingua,di usare parole e frasi che nessuno riesce a capire. Insomma, per svariate volte si va indietro avanti e indietro nella mia storia alla ricerca di chissà cosa. Lui mi guardava come a dire “ma che cavolo vorrà mai dire”. Notavo nei suoi occhi una totale confusione, fino a quando, al termine di una di quelle inique serate, lui prende un taccuino e ne tira fuori una lettera. Me la legge sorridendo, pensando di aver trovato finalmente una chiave di volta. L’altro “alieno” aveva mollato tutto, famiglia, figli, affetti e si era spostato su un’Isola pacifica. E da li scriveva “ ho ritrovato la felicità, nuova moglie, nuovi affetti”.

Ricordo ancora quando una mattina davanti allo stesso mare che riporto in basso nella foto, mi trovo solo davanti all’eternità blu e capisco che anche per me ci vuole una meta lontana. Alzo gli occhi dal mare e grido “Polinesia!”. Una illuminazione, una stella che si era accesa nel cielo indicandomi la strada, una faro capace di guidarmi sulla mia terra. Lo comunico a tutti, fidanzata e madre compresa e mi accingo al mio ritorno, a organizzare il viaggio. Era luglio dello scorso anno, esattamente un anno prima della mia partenza finale.

Ma attenzione, se avessi seguito quell’istinto avrei commesso un grave errore. Sarei scappato, e scappando in quel modo avrei portato con me i miei problemi, da “condividere” quindi sulla mia nuova isola con i miei prossimi compagni di viaggio.

Non si scappa mai, questo quello che oggi vi posso dire. Il viaggio che vorrete percorrere non dovrà mai essere d’istinto. Certo, come dico sempre, dovete seguire le vostre pulsioni per aprire i vostri occhi, ma non dovrete poi agire d’impulso. Raccogliete invece quella energia e usatela per calibrare quell’addio di cui abbiamo parlato. Abbiate quindi il coraggio di seguire il vostro destino, di incidere quei forti cambiamenti nella vostra vita ma, nello stesso tempo, portate con voi le cose più importanti e dal vostro nuovo luogo riguardatele con attenzione e cercate di capire il valore che effettivamente gli date.

Io continuo ad aspettarvi dall’altra parte, certo che anche a voi entrerà questa luce negli occhi.

Ciao

lunedì 7 luglio 2008

Il Destino - Come aspettarlo

Cari Amici,

Freeman ha iniziato il suo viaggio, quello tanto annunciato, fin quando lo scorso anno, alla fine di agosto, questo blog è nato. Chi ha avuto la pazienza di leggere tutti i post ha certamente capito meglio il perchè di questo diario e le ragioni di questo profondo cambiamento che oggi mi trovo davanti. Avete conosciuto anche un Freeman diverso, critico, a volte a tratti irriverente, che ha lasciato su queste pagine file di parole contro chi vuole chiudere i nostri occhi. Spero sia stato chiaro che non è mai nelle mie intenzioni schierarmi. Ricordo a tutti che non esiste il bianco e il nero ma una infinità di colori grigi. Tutte le storie che racconto non hanno un colpevole preciso. Se qualcuno ci mette i piedi in testa la prima colpa l'abbiamo noi che non vogliamo difenderci.

L'America di cui ho parlato e la nostra Italia, sono entrambi Paesi in cui si può alzare la mano e dire la propria. Lo sanno bene qui da noi anche Marco Travaglio e Grillo, i quali possono comunque dare la propria versione dei fatti. Certo non potranno stare in tv, ma sarebbe anche strano che il GRANDE CAPO ospitasse nei suoi media persone pronte a farlo fuori. Certo sarebbe un grande segno di libertà ma forse non possiamo sempre aspettarci di avere di fronte persone toccate dalla Provvidenza. I Santi, purtroppo, sono molto rari e gli angeli stanno spesso nelle volte del cielo. Quello che è strano è il conflitto di interessi di quel Grande Capo ma questa è un'altra storia.

Il potere, quello vero, è nelle nostre mani. Quando votiamo, quando cambiamo canale o accendiamo la tv, compriamo un giornale o ascoltiamo la radio. Possiamo decidere! Questa forma di libertà in tanti paesi non c'è, ricordiamolo senpre. Per decidere però occorre essere curiosi e aprire bene la mente e gli occhi. Se diventiamo pigri, stupidi diamo la possibilità chiunque di sotterrarci. E in questo caso, lo ripeto, la colpa non può che essere nostra.

Freeman non grida alla rivoluzione, non servirebbe a nulla. Grida alla coscienza critica, ai dibattiti, alle scelte. Chi ha lasciato qui i suoi commenti per un attimo ha fatto questo passo. Altri invece hanno solo letto. Io spero proprio che questo non sia quel segno di passività di cui ho appena parlato. Non costa nulla lasciare un commento, dire la propria. Il risultato può solo essere quello di confrontarsi. E dal confronto non può che nascere qualcosa di buono, di estremamente buono.

Da parte mia io non so ancora quello che mi accadrà, ma questa immensa voglia di vivere, di parlare, di volare mi sta dimostrando che c'è sempre un'alternativa, che nella tua strada c'è sempre la possibilità di trovare qualcosa di straordinario. Si manifesta in modo diverso, un uomo, una donna, un lavoro, una telefonata, anche solo uno sguardo, possono cambiare la nostra vita. Il destino, amici, è tutto scritto li. Nei nostri Geni c'è scritto tutto il nostro passato e futuro, quanto vivremo ancora e come. E nei piani di Dio, lo stesso Dio che dimentichiamo così spesso, c'è scritto quante volte sorrideremo e piangeremo. Nel mio caso quel destino tutto verde e mi ha chiamato in tutti i modi possibili. Con la sua musica, la sua bandiera, il suo popolo straordinario, la sua pioggia mista a sole. Nel vostro cammino esiste la stessa isola che busserà alle vostre porte quando meno ve lo aspetterete. Ma esiste un modo per chiamarla.

Come Freeman dice sempre, se è vero che il treno della vita passa solo una volta, è pur vero che devi essere in stazione ad aspettarlo, sempre. E allora continuate la vostra bellissima vita e preparatevi a quell'incontro. Ognuno di voi aspetterà a suo modo, ma ciascuno potrà trovare la sua strada.

Io ringrazio tutti quelli che hanno sempre la pazienza di leggere queste mie lunghe lunghe dichiarazioni. Io spero proprio che prima o poi saremo in tanti in questo cammino. Per ora posso dirvi che questa luce che oggi mi attraversa inizio a darla ad altri. La voglia di vivere e di sorridere, di vincere, di farcela straripa in continuazione e così posso ora dire che chi mi starà vicino potrà bere a piene mani quest'acqua pulita.

Seguitemi in questo viaggio straordiario!