CIAO!
martedì 9 settembre 2008
domenica 7 settembre 2008
11 settembre, per non dimenticare
Cari amici,
torniamo oggi su un argomento già trattato qualche post fa. Vi invito quindi a vedere il film Zero - Inchiesta sull’11 settembre (qui potete vedere il trailer e, se proprio non vi va di acquistarlo, sappiate che ne esistono copie e copie in rete). La stupidità della quale spesso parlo, la nostra incapacità a guardare le cose da tutti i punti di vista, la nostra pigrizia intellettuale, portano alla morte di nostri simili, consentono ai governi del mondo di prendersi gioco di noi e gli permettono di commettere alcuni tra i più terribili crimini della storia. Sono tanti gli esempi nella storia, i più recenti possono essere le due guerre mondiali, il nazismo...
Sono tante le volte in cui mi pongo una domanda che sempre più spesso bussa alla mia porta. Ma come è possibile che tutti noi ce ne stiamo passivamente attaccati a quello che gli altri ci dicono sia vero, senza battere ciglio? Poi rifletto e penso che se così non fosse, forse, non esisterebbe la povertà, le guerra, la schiavitù, tutte situazioni causate dall’immobilismo dei popoli, cioè di tutti noi. A volte cado nell’errore di considerare questa apatia mentale come una diretta conseguenza del livello di cultura. Ma intorno a me vedo tanti miei coetanei “laureati” guardare il mondo con lo stesso occhio da pesce lesso.
Di cosa sta parlando Freeman? A quest’ora faccio anche io fatica a tenere le redini del discorso. Ma questa volta credo tutto sia molto, molto lampante. Oggi è 7 settembre e fra 5 giorni ricorrerà uno degli anniversari più terribili che la storia ricordi.
Cosa facevi quella mattina di 7 anni fa? Dov’eri? Con chi ti trovavi? Io ricordo ancora tutto. Ero nel mio piccolo ufficio, intento ad organizzare il mio prossimo evento. Ero al telefono con un potenziale sponsor, la Scotch, quella del Keglevich e del Limoncè. Ad un certo punto la signorina al telefono mi informa di un fatto appena accaduto che ha avuto la capacità di farmi piombare nel panico: “Sono davanti alla TV. Sembra che un aereo abbia colpito le Torri Gemelle a New York”. Ci sono poche occasioni nella vita di un uomo capaci di imprimersi nella mente con tale intensità. Ed è incredibile che questo avvenga per fatti accaduti così lontano. Certo sentiamo parlare di morte tutti i giorni, vediamo teste mozzate nei nostri cari telegiornali che sono sempre lì a fomentare la nostra paura (su questo torniamo fra poco). Insomma, naturalmente, la comunicazione con l’azienda termina ed io scappo in strada in cerca di una TV, di un notiziario. Entro in un bar in Via Lazzaro Palazzi a Milano, zona Porta Venezia, proprio davanti al mio ufficio, e lì assisto ad una scena incredibile che non potrò mai dimenticare. Il bar era pieno di gente mentre in TV passava l’immagine CNN della torre circondata dal fumo. Nonostante la ressa il silenzio era palpabile, assordante. Così, tutti insieme abbiamo assistito inermi al secondo attacco, a quello al pentagono e poi al crollo delle torri, una dopo l’altra.
Io ho odiato chi avesse fatto tutto quello e credo che questo sia stato il sentimento di tutti gli occidentali. Velocemente poi, troppo velocemente, quasi per evitare che qualcuno tra noi potesse iniziare a porsi domande, ecco il presidente Bush recarsi sulle macerie, con sotto ancora i morti e i pochi sopravvissuti in attesa di essere recuperati, il quale, indossando un grande cappello da vigile del fuoco, grida “li prenderemo”. Ed era incredibile vedere i vigili del fuoco agitare delle piccole bandierine americane. E da li il passo è stato breve, tanto breve, troppo breve.
Ecco i nomi dei terroristi, le loro facce cattive. Erano tutti musulmani, talebani, poi iracheni, poi pakistani, poi arabi. Ed eccolo il cattivone, Osama Bin Laden, ricordo ancora quando in alcuni servizi televisivi riprendevano desolate steppe desertiche dicendo “dovrebbe essere qui”. I giornalisti lo sapevano, gli americani no.... E quindi ecco la guerra in Afganistan, finalmente. Poco importa che le bombe intelligenti non lo siano mai abbastanza uccidendo o mutilando donne e bambini. A noi in questi casi non interessa. Questi cattivoni hanno ucciso il popolo americano e noi tutti siamo stati tremendamente traumatizzati. Patiscano anche loro adesso un pò di pene.
Ma poi ecco accadere cose strane, tanto strane. Bin Laden mai trovato, una guerra in Iraq che nulla c’entrava con il Al Qaeda e ancora tante e tante incongruenze che, passata la paura e la rabbia (la stessa di cui parlava una Fallaci oggi osannata e all’epoca criticata per la sua eccessiva franchezza e istigazione all’odio) hanno iniziato a farsi strada.
Basta un film come questo a risvegliare la mia voglia di verità, almeno in me. Mi chiedo, e se non fosse proprio così come ce l’hanno raccontata? Eppure noi con i nostri tanti segreti di Stato dovremmo esserci abituati. La bomba di Ustica, che è stata chiaramente un missile, le stragi, con una forte impronta di Stato, la mafia e la politica, con il nostro DIVO ancora in libertà e pulito ma dal passato tutt’altro che chiaro. Insomma, sarà mai possibile che si possano essere verificate tutte le assurdità raccontate in questo film? Uno spazio aereo violentato senza il benché minimo effetto militare. Vorrei ricordarvi che non c’è stato un attacco, per il quale si potrebbe anche considerare una svista o una colposa disorganizzazione, ma ben 3 e a distanza di tempo l’uno dall’altro. Una colpa c’è stata, così anche una volontà a non agire. Quando lo hanno voluto lo hanno fatto e lo hanno nascosto bene. E’ opinione di chi scrive, infatti, che quel famoso aereo caduto senza raggiungere la Casa Bianca non sia stato fatto precipitare dai coraggiosi passeggeri, quanto abbattuto dai caccia. Da qui si spiegano tanti segreti su quel volo 93 mai del tutto chiariti. E poi quel buchetto al pentagono.... Ma saremo poi così stupidi? Sugli strani crolli delle torri, poi, ci sono seri dubbi, ma ancora anche io faccio fatica a capire il perché di un simile gesto e chi abbia mai potuto fare una cosa così tremenda.
Poi ripenso a me, a come ho atteso e plaudito a quelle bombe sull’Afganistan in cerca di Bin Laden. Il cattivo serve, serve ad andare a oriente e impadronirsi del petrolio, casualmente proprio quando il mondo tutto sta attraversando una delle crisi e recessioni più forti dell’ultimo secolo ormai trascorso. Serve vivo e sempre più crudele, per cercarlo, cercarlo, cercarlo. Serve così tanto che a volte conviene crearselo, non trovate? Per avere fondi dai congressi, appoggi internazionali, voti. Sì voti. Gli stessi che gli americani potrebbero ridare ai repubblicani e a Mc Cain, dimenticando di sana pianta tutte le follie commesse negli ultimi anni, eventi che i nostri governi e le nostre TV corrotte vorrebbero farci passare come verità incontrovertibili.
I dubbi sono tanti invece, gli stessi che questo video mette in fila e tanti tanti altri. A quelle morti io credo lo dobbiamo, a quelle migliaia di americani, italiani, musulmani, morti in quegli schianti, dobbiamo la nostra ricerca di verità. E lo dobbiamo anche a tutti quei militari uccisi, anche i nostri a Nassirijia, che si sono trovati a combattere un nemico invisibile creato da noi stessi. Non capite il gioco? E allora provate a immaginare voi, le vostre famiglie, trucidate, violentate, da militari stranieri, i vostri figli e le vostre mogli uccise dalle loro bombe. Vorrei vedere voi, bella gente benpensante, non trasformarvi nei più spietati kamikaze. E’ un gioco drammatico quello intorno a noi, che si svolge adesso, anche a quest’ora della notte, mentre tanti tra voi stanno tranquillamente dormendo nei propri caldi letti.
Io vorrei che questo 11 settembre fosse per tutti un momento di riflessione, in cui si metta per un attimo da parte la rabbia e l’orgoglio, e si iniziasse a scrivere ai signori della guerra, anche ai nostri governanti, chiedendo la verità. Perchè di verità, ricordatelo, ce n’è sempre una e una sola.