giovedì 4 settembre 2008

Gli schiavi moderni.... La folle corsa....

Ciao Amici,

è ormai passato tanto tempo dal mio licenziamento. Era il 13 maggio, come dimenticare il momento in cui ho finalmente aperto le mie ali per volare in alto. Ho avuto modo di pensare molto in tutto questo tempo, di capire meglio cosa mi aspetta e cosa voglio veramente. Non posso ancora dire di aver compreso tutto, di aver trovato me e l'amore, di aver messo da parte ansie e rabbia, di aver individuato la mia strada, ma una cosa di certo sono stato capace di fare, sedermi e pensare.

Cerco di spiegarmi meglio. Qualche giorno fa una delle lettrici di questo blog mi ha posto un pò di domande, stupendosi di come io avessi potuto lasciare un lavoro sicuro e starmene fermo. Ho quindi spiegato un altro pezzo della mia teoria che sono pronto a ripetere a tutti voi.

Quando entriamo in questo mondo da piccoli inizia la nostra schiavitù. So che sembra strano e stupido dirlo, ma sebbene da piccoli ci è dato strillare, fare i nostri bisognini quando ci pare, cresciuti un pò i genitori iniziano la lunga lista dei "non si può" o "si deve" fare. Devi andare a scuola, devi andare in chiesa, devi fare questo e quello. Nessuno chiede al bambino, "vuoi" oppure ancora meglio "cosa vuoi". Il genitore ritiene in buona fede di fare il meglio, che sia giusto incanalare il figlio sulla via. Alcuni genitori, poi, esagereano ancora obbligando il figlio o la figlia a praticare certi sport, o a suonare certi strumenti musicali, a frequentare questa o quella scuola, non tanto per il futuro del bambino o della bambina, quanto per un eccessivo amor proprio o, ancora peggio, per far bella figura con amici e parenti.

Dalla famiglia poi si finisce in società. Li le cose si complicano ancor di più. E' giusto avere una laurea, anche se poi oggi non te ne fai granchè, o meglio non ha più il valore che aveva fino a pochi anni fa e non trasforma un contratto a progetto in uno a tempo indeterminato. E' giusto avere un lavoro, meglio se fisso. E' giusto che un uomo stia con una donna e l'opposto, ma che non succeda mai nulla di diverso. La domanda però che occorrerebbe porsi è "Per chi è giusto?".

Per tutto quello che ho detto, come tanti piccoli corridori veniamo posti da famiglia e società al nastro di partenza di una gara verso nessuno sa dove. Iniziamo quindi a spintonarci e a percorrere una via tortuosa e difficile in cui si soffre, ci si annichilisce, si finisce per essere schiavi di vizi, di droghe, schiacciati dai giudizi di chi ci circonda. Esistono però dei momenti in cui anche il più ceco e stupido si chiede dove diavolo sta andando. Bene, quei momenti rappresentano o dovrebbero rappresentare le fasi più importanti della nostra vita. C'è la possibilità di cambiare, di liberarsi, di vivere seguendo i propri istinti, di farsi guidare dalla corrente del mare, tanto a remare ci si spacca le braccia e si resta fermi se le onde vogliono portarci da tutt'altra parte.

L'uomo li può fare 3 cose, solo 3 cose.

1 - Tornare indietro (sconsigliato e stupido, per il rischio di incorrere nelle stesse buche e trappole della vita, chi lo finisce nel tunnel della depressione e a non andare mai più avanti)
2 - Continuare a correre, continuando a seguire quello che GLI ALTRI VOGLIONO CHE LUI FACCIA
3 - Fermarsi, mettersi a sedere a terra, e pensare a cosa veramente vuole fare

Se la scelta ricade sulla terza ipotesi una volta alzati da terra potrete anche andare avanti o tornare indetro, abbandonare la gara, lasciare quel circuito, fare qualsiasi altra cosa, ma se vi siete fermati a pensare allora lo farete con la testa e non vi lascerete prendere dalla rassegnazione.

Questa è la sveglia che io ho avuto e dopo questa mi sono rimesso a scrivere, a cantare, a inventare (ad oggi un nuovo evento, una marca di abbigliamento e un grande progetto imprenditoriale nell'ambito turistico). Non so ancora cosa farò ma qualsiasi cosa sarà, sono certo, verrà fatta con la testa e con il cuore, scegliendo CONSAPEVOLMENTE e non più in modo schiavo e sottomesso.

Non è facile, certo, specie quando come nel mio caso iniziano a finire i soldi, quei soldi che noi stessi abbiamo inventato inzialmente per scambiare beni e servizi, oggi per uccidere, rubare, distruggere la terra, comprare donne e schiavi, costringere gente comune a ingoiare fango e cacca per poter portare a casa un tozzo di pane. I miei cari genitori hanno capito la mia sveglia ma sperano ancora che io ritorni schiavo. Mi chiedono di trovare un posto fisso, una bella aziendina fantozziana in cui dare il mio sangue e imbottirmi di barbiturici per poter sorridere al capo. Purtroppo hanno anche loro come tutti noi seguito quell'educazione della quale io parlavo, non capendo di conseguenza il valore della parola libertà. Quello che mi stupisce non è tanto il desiderare per me dei soldi sul conto corrente, cosa normale per qualsiasi genitore che si rispetti, quanto sperare che io possa trovare la felicità tra quattro grigie mure a scodinsolare al primo ottuso capo che ha in mano la mia vita.

Il mio precedente capo mi diceva sempre "Gp, quando fai sesso con la tua ragazza pensa a quante mainboard hai venduto e a come poterne vendere di più". Non sto scherzando!

Inzialmente credevo di essere stato sfortunato, di aver trovato sempre aziende assurde, ma standomene qui seduto mentre i miei simili lottano come dannati per 1000 euro al mese, utili oggi a Milano a pagare IL SOLO AFFITTO, ho capito. Ho capito che non si scende a patti con la vita, che non si può subire ed essere umiliati per 1000 euro al mese, nè per 2000 o 5000. Se devono comprare la mia vita, allora il prezzo sale, anche perchè devono pagarmi i medici specialisti ecc. Ma lo sapete voi che sembra essere ormai provato che l'uomo può causarsi DA SOLO le peggiori malattie? E' perchè lo fa? Forse perchè non è felice. E allora, perchè non è felice?

Spesso sono anche io tentato, come il primo uomo sulla terra è stato, da quel diavoletto che si chiama "DEVI", che mi spinge a cercare il lavoretto da impiegatuccio o finto manager. Ma quando mi sveglio da questo storidimento capisco una cosa. Devo fare quello che voglio, specie se ho delle idee in testa (e quelle grazie a Dio non mi mancano proprio). Se poi ho bisogno di soldi per vivere posso benissimo fare i lavori più umili del mondo, senza alcun tipo di problema. Non dovrò essere cameriere tutta la vita e posso farlo se questo mi consente di mangiare e di portare avanti i progetti che nel medio o lungo termine mi daranno i risultati previsti.

Voglio chiudere gli occhi ogni giorno e farlo l'ultimo giorno della mia vita pensando di essere un uomo libero.

Fatevi furbi anche voi e scrivete su un pezzo di carta quello che vi passa per la mente. Io ho avuto la fortuna di potermi fermare per tanto tempo, ma voi fatelo almeno una volta al giorno. Nella gara che stiamo percorrendo non ha alcun senso arrivare primi. Chi giunge al traguardo per primo nell'ottica di Freeman non è il più veloce ma il più stupido.

Ricordate la mia teoria sul Carpe Diem? Sui famosi 70 anni di vita, che passano così in fretta e che volano via? Ve la sentite di sprecare anche un solo minuto?


Grazie a tutti quelli che mi seguono sulla via della libertà. E grazie a chi, come i miei genitori, mi permettonon di non dover scendere a compromessi con questo mondo pazzo e stupido, in cui vince il più prepotente e non il migliore.

Viva la libertà, viva il libero arbitrio.

Freeman