Affronto oggi un tema già toccato ai primordi di questo Blog: l’addio, o meglio, il coraggio dell’addio. Non è facile, certo, decidere di mollare tutto e andare lontano. I motivi di questa paura risiedono nella umana difficoltà di lasciare qualcosa che, nel bene o nel male, accompagna la nostra esistenza, ci mantiene vivi, ci porta ad aprire e a chiudere gli occhi ogni giorno. Il nostro presente fa parte di noi e ne scandisce il tempo.
Esistono però dei momenti, brevi o lunghissimi, in cui quella stessa realtà che ci circonda non è più nostra, ci è lontana, estranea. E allora che occorre trovare il coraggio dell’addio.
Il pensiero di Freeman di oggi è che non è detto che quello sia un reale addio, ma così deve essere da noi vissuto. Per spiegarmi meglio, quando sentiamo di dover affrontare questo viaggio fuori e dentro di noi, occorre acquistare un biglietto di sola andata, non pensare al ritorno, iniziare questo nuovo percorso avendo il freddo coraggio di non voltarsi indietro.
Ricordo che per un certo periodo ho incontrato una persona con la quale confidarmi, uno di quegli specialisti che a volte occorre incontrare (ritengo) quando ci sembra di parlare un’altra lingua,di usare parole e frasi che nessuno riesce a capire. Insomma, per svariate volte si va indietro avanti e indietro nella mia storia alla ricerca di chissà cosa. Lui mi guardava come a dire “ma che cavolo vorrà mai dire”. Notavo nei suoi occhi una totale confusione, fino a quando, al termine di una di quelle inique serate, lui prende un taccuino e ne tira fuori una lettera. Me la legge sorridendo, pensando di aver trovato finalmente una chiave di volta. L’altro “alieno” aveva mollato tutto, famiglia, figli, affetti e si era spostato su un’Isola pacifica. E da li scriveva “ ho ritrovato la felicità, nuova moglie, nuovi affetti”.
Ricordo ancora quando una mattina davanti allo stesso mare che riporto in basso nella foto, mi trovo solo davanti all’eternità blu e capisco che anche per me ci vuole una meta lontana. Alzo gli occhi dal mare e grido “Polinesia!”. Una illuminazione, una stella che si era accesa nel cielo indicandomi la strada, una faro capace di guidarmi sulla mia terra. Lo comunico a tutti, fidanzata e madre compresa e mi accingo al mio ritorno, a organizzare il viaggio. Era luglio dello scorso anno, esattamente un anno prima della mia partenza finale.
Ma attenzione, se avessi seguito quell’istinto avrei commesso un grave errore. Sarei scappato, e scappando in quel modo avrei portato con me i miei problemi, da “condividere” quindi sulla mia nuova isola con i miei prossimi compagni di viaggio.
Non si scappa mai, questo quello che oggi vi posso dire. Il viaggio che vorrete percorrere non dovrà mai essere d’istinto. Certo, come dico sempre, dovete seguire le vostre pulsioni per aprire i vostri occhi, ma non dovrete poi agire d’impulso. Raccogliete invece quella energia e usatela per calibrare quell’addio di cui abbiamo parlato. Abbiate quindi il coraggio di seguire il vostro destino, di incidere quei forti cambiamenti nella vostra vita ma, nello stesso tempo, portate con voi le cose più importanti e dal vostro nuovo luogo riguardatele con attenzione e cercate di capire il valore che effettivamente gli date.
Io continuo ad aspettarvi dall’altra parte, certo che anche a voi entrerà questa luce negli occhi.
Ciao
1 commento:
Ciao Gianpaolo, seppure in ritardo mi fa sinceramente piacere salutarti.
Ammiro la tua scelta di mollare tutto, a volte se ne sente il bisogno....ti capisco eccome.
Continua cosi.
Luigi Mango
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