ecco un'altra pillola di Freeman. Ma quanto vale un giorno?
Noi tutti viviamo come se non dovessimo mai morire. Non ci passa per la mente di pensare che prima o poi tutto questo finirà. Conseguenza di ciò è vivere ogni giorno in modo distaccato, con la pessima abitudine di sprecare ore preziose e di non viverle "fino alla goccia".
Freeman ama il Capre Diem ma è ben consapevole che "vivere come se oggi fosse l'ultimo giorno" può portare a terribili conseguenze. Vi vorrei ricordare che Freeman non ama chi scappa, perchè in questo modo porta con se i problemi e distrugge spesso la vita di chi resta (famiglia, figli in particolare).
Allora proviamo a fare un esercizio. Immaginiamo che la nostra vita finisca al nostro settantesimo anno (dico 70 perchè a quell'età oggi si è ancora in forze e capaci di viaggiare e fare nuove esperienze, c'è chi a quell'età vola in paradendio come me). Entriamo nel contempo nell'ordine di idee che ogni giorno dopo quel 70esimo sia da considerarsi un regalo di Dio.
Contiamo allora questi giorni e ci accorgeremo che non siamo affatto immortali. Potremo anche accorgerci che ognuno di questi ha un valore e una importanza inestimabile.
In questo modo vedrete il desiderio di libertà crescere e vi troverete a guardare le cose che vi accadono in modo diverso. Vi darete delle regole nuove e probabilmente vivrete la vita in modo molto più ispirato a concetti di libertà e di felicità che inevitabilmente trasmetterete a chi vi sta vicino. Sarete più ambiziosi e pieni di voglia di fare e prenderete altre vie che vi porteranno lontano.
Per visualizzare meglio quanto vi dico vi riporto una bellissima poesia di Kostantino Kavafis
Candele
Stanno i giorni futuri innanzi a noi
come una fila di candele accese -
dorate, calde, e vivide.
Restano indietro i giorni del passato,
penosa riga di candele spente :
le più vicine dànno fumo ancora,
fredde, disfatte, e storte
Non le voglio vedere: m’accora il loro aspetto
la memoria m’accora del loro antico lume.
E guardo avanti le candele accese.
Non mi voglio voltare, ch’io non scorga in un brivido,
come s’allunga presto la tenebrosa riga,
come crescono presto le mie candele spente.

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