Cari amici,
da quanto tempo... pur non scrivendo la mia rivoluzione, naturalmente, non si è fermata. Devo anzi dire che il ritmo è fortemente aumentato. Questo è stato possibile grazie alla mia determinazione a non fermarmi davanti agli ostacoli, decidendo, anzi, di superarli. Più e più volte sono arrivate, provvidenziali, le parole di amici e sconosciuti che mi hanno ricordato che se un muro ti si pone davanti è solo per permetterti di superarlo, dimostrando a te stesso e agli altri l’immenso valore che hai e che loro hanno.
Di muri ce ne sono stati tanti e tante volte sono stato sul punto di cadere. Non l’ho fatto, però, e sono qui ora testimone diretto degli immensi benefici che questa azione ha portato. Ho vinto nell’amore, nel lavoro e, più in generale, nella vita. Nonostante queste tante medaglie che mi hanno ispirato e che hanno aiutato coloro i quali mi hanno seguito, le sfide non sono affatto finite.
Combatto da più di due anni con una precaria condizione di salute, esattamente dal momento in cui ho iniziato la mia battaglia. Devo ammettere che questo muro sia il più difficile da scalare. E’ relativamente più facile affrontare sfide esterne. Ben altra cosa è fare i conti con se stesso.
Sento che è estremamente importante il fatto di riuscire a studiare attentamente le vere cause della mia condizione. Data la mia acuta sensibilità nell’analizzare il mio passato e il mio presente, riesco quasi a prevedere il futuro. Basandomi sulle mie condizioni attuali, ammesso che io non sia capace di cambiare lo stato dei fatti, sono più che sicuro di quale “destino” mi attenda.
In qualche post precedente ho parlato di destino, definendolo non come una mera linea retta, quanto come un intricato sistema sul quale si incrociano tante e tante diverse strade. Imboccandone una ci catapultiamo quindi in un nuovo orizzonte. Il destino, quindi, lo costruiamo noi, con le nostre scelte.
Fin qui, quindi, sembrerebbe tutto chiaro, anzi facile. Potremmo arrivare a pensare: “Se la condizione attuale non mi piace, basta solo imboccare un’altra strada!”. Teoricamente il ragionamento quadra. Il problema, però, è ben più complicato.
Per cercare di spiegarmi, ho scelto di prendere in prestito una metafora veramente illuminante del karma, distinto in dormiente, attivo e potenziale.
Pensiamo a delle frecce e paragoniamole, quindi, ai diversi stati del karma. Un karma dormiente equivale a frecce ancora non scagliate. Naturalmente, una freccia in questa condizione sarà prima o poi lanciata. Ciò avviene nel momento migliore, in quello, cioè, che presenta tutte le caratteristiche ideali, caratteristiche che noi, consciamente o inconsciamente creiamo.
E’ quando la freccia viene lanciata che possiamo parlare di karma attivo o di destino. Ed è qui che questa metafora ci viene in aiuto per comprendere ciò che stavo cercando di spiegare poc’anzi. La freccia va alla velocità della luce. E’ quindi estremamente difficile deviarne il percorso. Difficile, però, non significa impossibile. Occorre una grande forza, superiore a quella espressa dalla freccia in volo.
Cambiare il destino, quindi, è possibile, a patto che si decida seriamente di mettersi in discussione, trasformare la propria condizione. Occorre indirizzare il proprio cuore piuttosto che la propria “testa” in un modo nuovo. E’ qui che la Fede acquista un potere enorme, di qualunque fede si tratti. Solo spostandosi sul livello spirituale è possibile ottenere il risultato sperato. Parlare al proprio cuore e cambiarne la direzione equivale a spostare il corso di una freccia scagliata alla velocità della luce.
Per terminare l’analogia proposta, il karma potenziale equivale a tutti i materiali necessari alla costruzione di una freccia. Non è detto, quindi, che quella freccia venga costruita, anche se molto probabile. Lavorando sul nostro cuore è possibile evitare che quella freccia passi allo stato dormiente e poi attivo.
Attenzione, però, non esiste solo karma negativo! Possiamo, infatti, creare le condizioni affinché vengano preparate e poi scagliate “buone” frecce, capaci, magari, di intercettare le frecce “cattive”. Anche in questo caso si può capire quanto difficile sia la cosa, ma, nuovamente, non impossibile. Possiamo essere straordinari arcieri, non c’è dubbio su questo.
Questo il mio lavoro ora. Mi riprometto, allora, di raccontarvi le prossime fasi, approfittando di questo blog che tanto mi ha dato e che che tanto ha dato, come mi avete detto, a tutti voi.
A presto